mercoledì 23 aprile 2014

ALLUME DI ROCCA COME DEODORANTE

Allume di RoccaQualche mese fa ho scoperto l’Allume di rocca come ottimo deodorante naturale per le ascelle.
Il suo nome vero in realtà è Allume di Potassio ed è in pratica una pietra che si bagna con acqua e si passa sotto le ascelle (… o anche in altre parti :P ) e per una giornata niente odore di sudore.
Ottimo rapporto qualità-prezzo: un sasso dura circa due anni e costa 5 euro in erboristeria!
Provare per credere, inoltre, da non trascurare, così si rispetta l’ambiente.
In realtà questa pietra ha molte altre qualità.
E’ composto da sali minerali naturali che normalizzano la traspirazione e rinfrescano la pelle. E’ indicato per pelli sensibili e per chi è allergico ai comuni deodoranti. E’ un antibatterico naturale, elimina l’odore e lascia la traspirazione della pelle totalmente libera. Puro al 100%, protegge per oltre 24 ore e lo si può usare col profumo preferito perché è inodore e non lascia tracce.
Passarlo sul corpo bagnato oppure dopo la doccia, insistendo sui punti critici, ascelle piedi, inguine, è l’antiodorante ideale per tutta la famiglia. Passato bagnato sul corpo deposita sull’epidermide delle microparticelle saline che creano un ambiente inadatto alla formazione dei batteri che sono la causa dei cattivi odori, inoltre ha un’azione repellente sulle zanzare. Non ostruisce i pori, quindi permette una traspirazione sana e naturale. Non ha profumo e non provoca allergie. Passato sull’Herpes labiale lo fa regredire. In caso di piccoli tagli o abrasioni aiuta la cicatrizzazione e come dopobarba elimina le cause di irritazione cutanea dopo la rasatura.
fonte: http://garda2o.wordpress.com/2008/01/15/allume-di-rocca-come-deodorante/

martedì 15 aprile 2014

UNGHIE FRAGILI






Parliamo di unghie FRAGILI: 

Le unghie hanno un loro linguaggio che bisogna imparare a capire. Quando si sfaldano e diventano friabili, vogliono dirci che qualcosa nell’organismo non funziona al meglio

Tirare fuori le unghie”, “difendersi con le unghie”, “affilare le unghie”: questi alcuni dei piu’ comuni modi di dire che ricordano come le unghie delle mani non abbiano avuto nell’uomo solo una funzione estetica e protettiva, ma al pari che negli animali anche il ruolo di strumento d’attacco o di difesa. Se oggi le unghie devono essere belle e ben curate, una volta dovevano essere elastiche, affilate e resistenti, capaci di colpire senza spezzarsi ne sfaldarsi. L’uomo primitivo doveva la sua sopravvivenza anche al benessere del suo apparato ungueale la cui lamina superficiale dura e tagliente aiutava nella lotta e in molti gesti della vita quotidiana. Probabilmente le unghie costituivano uno degli attributi secondari che piu’ segnalavano la forza e lo stato di benessere del soggetto e in molte società avere unghie lunghe e ben curate è segnale di status sociale. Ma anche nella nostra cultura medica occidentale l’unghia costituisce un indice di un buon equilibrio fisiologico e di una ottimale condizione di salute, mentre una specifica semiologia delle alterazioni dell’apparato ungueale puo’ aiutare da sola a comprendere una patologia internistica non ancora diagnosticata o una concomitante patologia cutanea. Quali che siano le cause che danneggiano i due componenti principali dell’unghia, la matrice e il letto ungueale, e’ sulla lamina superficiale che si leggono le modificazioni che testimoniano la presenza di una patologia. Epifenomeni che variano in rapporto al loro significato nosologico piu’ o meno specifico e alla parte anatomica dell’unghia dove compaiono. Le alterazioni dell’apparato ungueale possono manifestarsi come modificazioni della superficie, della forma, del colore e della consistenza della lamina ungueale. Rimandando a altre occasioni una descrizione sistematica di tutte queste importanti condizioni, vogliamo soffermarci su uno dei sintomi che nelle unghie piu’ frequentemente si accompagnano a affezioni dermatologiche o sistemiche: la fragilita’ ungueale.



Durezza, elasticita’ e resistenza della lamina ungueale dipendono dal suo contenuto in cheratine dure, aminoacidi solforati e soprattutto in cistina. Acido glutammico e arginina sono sono gli aminoacidi non solforati piu’ rappresentati nell’unghia che, insieme agli oligoelementi Ferro, Zinco, Rame e alle vitamine B6, A, C, E e Biotina, costituiscono le sostanze piu’ importanti per una corretta crescita ungueale. La fragilita’ ungueale si manifesta con unghie che si spezzano, che si sfaldano, friabili, molli, prive di elasticita’.

Questa condizione puo’ essere di natura apparentemente idiopatica, causata da traumi, parte della sintomatologia di numerose patologie dermatologiche oppure puo’ accompagnare affezioni sistemiche o stati carenziali. La diagnosi di fragilita’ ungueale si basa essenzialmente sull’esame e su un’accurata analisi.
La fragilita’ idiopatica
L’invecchiamento ne e’ la causa principale, ma anche diversi fattori ambientali possono svolgere un ruolo determinante favorendo la disidratazione dell’unghia: lavaggi frequenti, soprattutto in acqua calda, ripetuto contatto con detergenti e solventi.

Onicoschizia lamellin
Si presenta con due quadri clinici principali: a) onicoressi, frequente soprattutto negli anziani, la lamina e’ assottigliata con striature e fissurazioni longitudinali (rilievi a corona di rosario). b) onicoschizia lamellina, comune solo nel sesso femminile, caratterizzata dallo sfaldamento progressivo degli strati piu’ superficiali della porzione distale della lamina per cui l’unghia diviene fragile e si spezza a livello del margine libero che assume un aspetto dentellato.

Fragilita’ traumatica
Il contatto per motivi professionali con prodotti chimici alcalini o acidi (chimici, personale sanitario, fotografi e pittori), o il verificarsi di ripetuti microtraumismi durante l’esecuzione dell’attivita’ lavorativa come puo’ succedere a calzolai, carpentieri, falegnami, determina una maggiore frequenza di rottura delle unghie che puo’ essere causa di notevole fastidio. Anche l’uso continuativo di smalti per le unghie puo’ provocare una degranulazione degli strati piu’ superficiali della lamina che presenta piccole chiazzette biancastre desquamanti, mentre una fragilita’ ungueale puo’ essere la conseguenza dell’effetto disidratante dei solventi usati per rimuovere lo smalto.

Unghie senili: fragilità e rilievi longitudinali a “corona di rosario”


Affezioni dermatologiche

A essere lesa puo’ essere la matrice ungueale o direttamente la lamina e le alterazioni variano in rapporto alla parte dell’unghia colpita. Per esempio, nella psoriasi, patologia in cui l’interessamento delle unghie avviene nel 10-50% dei casi, quando e’ lesa la parte prossimale della matrice, le modificazioni si evidenziano sotto forma di depressioni ampie, profonde e irregolari sulla parte dorsale della lamina e sua fragilita’. Se il processo paracheratosico lede la parte intermedia della matrice, la conseguenza clnica e’ a tipo leuconichia. La psoriasi della parte distale della matrice puo’ invece non manifestarsi all’esame clinico, se non come un lieve eritema della lunula. Ancora diversi i segni clinici se a essere colpito e’ il letto ungueale. Alterazioni e fragilita’ ungueali possono verificarsi anche in corso di alopecia areata e lichen ruber planus. Anche in questa malattia la patologia a sede ungueale e’ diversa a seconda dell’area lesa della matrice. Se l’alterazione e’ prossimale prevalgono le fissurazioni, quando l’atrofia della matrice e’ diffusa ne deriva una lamina sottile con deformita’ a tipo “ala d’angelo” nelle sedi laterali, qualora la distruzione della matrice e’ totale segue l’anonichia. Se a essere colpito dal lichen e’ il letto ungueale, puo’ verificarsi onicolisi. La friabilita’ puo’ essere infine conseguenza dell’invasione della lamina ungueale da parte di funghi in caso di onicomicosi bianca superficiale e onicomicosi totale.

Affezioni sistemiche e stati carenziali

La fragilita’ ungueale e’ associata a numerose patologie sistemiche, talvolta come sintomo aspecifico, altre come espressione tipica dell’affezione o dello stato carenziale. In caso di arteropatia organica o funzionale, si puo’ verificare una diminuita vascolarizzazione della matrice causa di assottigliamento e fragilita’ dell’unghia. Una condizione siomile puo’ riscontrarsi in molte malattie neurologiche che modificano il tono dei vasi e provocano alterazioni della vascolarizzazione dell’unghia. Un effetto indesiderato che accompagna il trattamento terapeutico con retinoidi aromatici. Gli aminoacidi piu’ rappresentati nell’unghia sono la cistina, l’acido glutammico e l’arginina; fra gli oligoelementi lo zinco e il ferro. Sia una carenza di cistina che di ferro o selenio possono indurre un assottigliamento e una fragilita’ della lamina, ma anche l’insufficiente apporto di Vit. B6, A, C, E, e di Biotina puo’ avere come consenguenza alterazioni ungueali e fragilita’.

Consigli generali

Se la fragilita’ delle unghie e’ una conseguenza di malattie dermatologiche o sistemiche, il trattamento della malattia di base e’ la condizione essenziale per un miglioramento del sintomo. Negli altri casi si possono tenere in conto una serie di comportamenti che migliorano il trofismo e la qualita’ delle unghie favorendone una crescita piu’ forte e sana. In particolare chi svolge attivita’ lavorative che mettono l’unghia a rischio di microtraumi o di contatti con sostanze aggressive dovrebbe tenere le unghie corte, indossare guanti di gomma con sotto guanti di cotone, e evitare il piu’ possibile ambienti umidi. L’applicazione piu’ volte al giorno di topici idratanti contenenti colesterolo, urea, fosfolipidi, alfa idrossiacidi, collagene e acido lattico. permette all’unghia di mantenere un livello d’idratazione ottimale e di rimanere forte. L’assunzione di integratori alimentari contenenti oligoelementi (ferro, zinco, selenio), e vitamine (B6, C, E, biotina), e aminoacidi (cistina, arginina, ac. glutammico) puo’ migliorare la qualita’ e la consistenza delle unghie e facilitarne una corretta crescita.

Tratto dal sito La Pelle

martedì 8 aprile 2014

LA CELLULITE

È un termine abusato, chiamato in causa anche per definire i semplici eccessi di adiposità (adipe è un sinonimo di grasso) localizzata. In realtà, la parola cellulite indica ben altra cosa: è una condizione patologica che viene tecnicamente definita panniculite edemato-fibro-sclerotica. Il sol nome la fa apparire molto più grave di quanto non lo sia, ma non è certo da sottovalutare. È un’affezione degenerativa del tessuto grasso sottocutaneo (in parole semplici, alterazione progressiva del grasso sottopelle), dovuta inizialmente a una compromissione della microcircolazione sanguigna (ossia della circolazione sanguigna a livello capillare).
Un quadro che conosce diversi stadi evolutivi: all'inizio predomina l'edema (ossia l’aumento patologico della quantità di liquido interstiziale, ossia tra cellula e cellula, di un tessuto, in particolare il connettivo), con deformazione delle cellule adipose, e anche il microcircolo si presenta con micro-aneurismi (dilatazioni di arteriole e capillari) che provocano il rallentamento del flusso sanguigno; gli adipociti (cellule grasse) subiscono in seguito cospicue alterazioni, il tessuto fibroso tende ad aumentare, e aumenta di pari passo la sofferenza vascolare; in seguito, la componente fibrosa tende a incapsulare, singolarmente o in piccoli gruppi, gli adipociti ormai sconnessi, inducendo la formazione di micronoduli e un ulteriore danno al microcircolo, che porta a una cattiva ossigenazione di tutti i tessuti coinvolti. Dunque, la cellulite non si limita a essere un semplice disturbo estetico (per altro presente principalmente nelle donne ma anche negli uomini), a carico di cosce e glutei, ma rappresenta appunto una vera e propria patologia (comunque curabile in base al grado) di quel complesso di piccoli vasi arteriosi e venosi dislocati nel distretto sottocutaneo di arti inferiori, natiche, regione lombare, braccia, base del collo e seno.
Il grado della cellulite varia da uno stato di semplice ritenzione di acqua fino a lesioni manifeste (come l'aspetto a buccia d'arancia della pelle) e anche permanenti (sclerosi), che si presentano come nodosità sottocutanee dure e dolenti (con un caratteristico aspetto "a materasso"). Alterazioni, quest’ultime, che alla lunga possono comportare disturbi diffusi anche agli altri inferiori, come pesantezza, senso di tensione e crampi.
La cellulite riconosce un variegato ventaglio di cause:
  • costituzionali, ormonali, vascolari;
  • alimentazione errata (che privilegia i grassi e gli zuccheri raffinati);
  • abuso di alcol e abitudine al fumo;
  • vita troppo sedentaria e sovrappeso;
  • abitudini di vita come l'indossare gli indumenti eccessivamente attillati, che finiscono per ingolfare la microcircolazione sanguigna; le posture scorrette, che possono sortire effetti negativi sulla irrorazione sanguigna delle gambe; sport anaerobico che finisce per provocare un eccessivo accumulo di acido lattico.
L’alimentazione è molto importante per la prevenzione: deve essere equilibrata, ricca di frutta e verdura e povera di grassi (soprattutto grassi saturi, per intenderci quelli di carne e derivati).
Fondamentale è l’apporto di liquidi: è consigliabile bere molta acqua minerale naturale (un litro e mezzo è la quantità minima, due litri dovrebbe essere la regola) per eliminare le sostanze tossiche. Borragine, ortica, maggiorana, germe di grano, prezzemolo, sedano, radice di zenzero fresca grattugiata, curcuma in polvere, cedro, limone, ananas fresco, sono alimenti integrabili per le loro proprietà antinfiammatorie e mineralizzanti. Privilegiare i prodotti fermentati, come lo yogurt, il kefir, lo yogurt bianco, semi e germogliati (ricchi di enzimi digestivi) e gli alimenti a elevato apporto di fibre, come il pane preparato con farine integrali macinate a pietra e a lievitazione naturale, i cereali integrali, i legumi, gli ortaggi, la frutta fresca biologica, in particolare mele e pere (consumate con la buccia), albicocche, banane, prugne, arance e pompelmi (la “pellicina bianca” degli agrumi non va eliminata poiché costituisce la parte più ricca di vitamine e sali minerali). Dare la preferenza agli alimenti ricchi di bioflavonoidi (soprattutto frutti di bosco ed in particolare il mirtillo, anche sotto forma di concentrato, ottimo per l’attività micro-circolatoria), di beta-carotene, di vitamina C ed E.
La presenza di ritenzione idrica rappresenta un fattore di predisposizione alla formazione delle cellulite, per questo è consigliato seguire un regime alimentare a basso apporto di sodio: questo trattiene i liquidi che, accumulandosi, ostacolano la circolazione. Ridurre il contenuto di sale nella dieta aiuta a trattenere meno acqua, basta limitare il consumo di formaggi stagionati, salumi e insaccati vari, ed eliminare dalla dieta prodotti conservati in salamoia, dadi da brodo, minestre pronte liofilizzate, piatti pronti surgelati, popcorn, patatine, prodotti a base di farine raffinate, bibite gasate, prodotti industriali ricchi di additivi e conservanti. Evitare inoltre gli eccessi di caffè, cioccolato, fritture, tè nero, bevande alcoliche (inclusi vino e birra). Sarebbe inoltre opportuno limitare il più possibile o addirittura eliminare completamente (per almeno sei mesi) le carni provenienti da animali di allevamento e alimentati con mangimi industriali.
Anche l’esercizio fisico è fondamentale: stipsi e ritenzione idrica (ostacolata eliminazione dall'organismo di liquidi) sono due tipici segnali di insufficiente e scorretto esercizio fisico associato a un’alimentazione disordinata. La ginnastica più utile è quella di tipo aerobico (corpo libero, nuoto, bicicletta, jogging, stretching), che stimola l’ossigenazione dei tessuti e mobilita i depositi di grasso. Almeno mezz'ora di esercizio fisico al giorno è l’ideale per ottenere risultati concreti e mantenersi in forma.
Utile è anche l'automassaggio con olio d’oliva o olio di mandorle, che ha per lo più un effetto estetico e non curativo. L’idromassaggio ha azione levigante, rassodante e drenante. Getti di acqua calda e fredda e fasciature con acqua e aceto stimolano la circolazione.
Ottimi anche trattamenti estetici come massaggi e trattamenti specifici drenati che aiutano a eliminare le tossine del corpo e aiutano il modellamento.

L'INTERVISTA .....